La mostra “Un’altra verità” lascia Rovigo e riparte per…

Mi raccontano di un paio di turisti spaesati di fronte alle deliranti narrazioni del Delta, contenute nella mostra “Un’altra verità“. Un’insegnante rodigina, invece, ieri mi ha fermato per dirmi che si era fatta delle grassissime risate.

Sia come sia, vuoi per le foto di Cristina Sartorello, vuoi per le mie allucinate didascalie, la piccola mostra non è passata inosservata neanche nella sua tappa rodigina all’Antico Deposito del Caffè. Il 30 aprile, però, ha concluso il suo dignitoso mese di esposizione. E adesso?

“Un’altra verità” riprende il suo viaggio

Era nata come mostra estemporanea a Ca’ Cornera ed è diventata una sorta di esposizione itinerante. Merito principalmente dell’attivismo di Cristina, che compensa la mia risaputa indole da pantofolaio.

A Rovigo è stata su da fine marzo a fine aprile, sollazzando gli avventori abituali e non del carinissimo bar in fondo al corso del Popolo (“un angolo di Provenza a Rovigo”).

Qui possiamo solo ringraziare i gentilissimi Denis e Alessandra dell’Antico Deposito del Caffè, che hanno avuto il coraggio di accoglierla e che ci hanno sopportati mentre la smantellavamo in mezzo al caos.

Aggiungo il mio grazie a Cristina, per le ragioni di cui sopra. Come scrive lei su Facebook, un “binomio di stampa e amicizia… Un valore aggiunto reciproco! Due persone di età diverse, molti interessi in comune, ed una giusta dose di matti assai“. Soprattutto l’ultimo punto.

Il bello dei progetti fatti in tandem è…

Mi sono sempre piaciuti i progetti collaborativi, perché sento sempre che “l’altro” aggiunge qualcosa che a me manca e questo ci rende entrambi più forti. Non è tanto questione di competenze, ma di personalità.

Un buon esempio sono le vignette con l’amico Svarion: per me il valore era proprio… il fatto di farle insieme a lui, di avere “in squadra” la sua persona, a prescindere dalla sua capacità di trasformare i miei sgorbi in grafica vettoriale. Sono fermamente convinto che “Scarafaggi” e il suo piccolo tour non avrebbero avuto senso se avessi fatto tutto da solo.

Nel caso di Cristina, in questo progetto narrativo mette certamente le sue visioni fotografiche. Ma anche e soprattutto la costanza, la cocciutaggine e una robusta dose di autostima che a me difettano. Ma che sono state fondamentali per realizzarlo e farlo girare.

L’avete persa? Niente paura!

Potrete sempre ammirare “Un’altra verità” in tutto il suo splendore e in una versione ampliata (800 foto con altrettante didascalie) in una sala che le sarà appositamente dedicata all’interno del parco Euroworld III, di prossima inaugurazione. Abbiate fede.

Più probabilmente ritroverete “Un’altra verità”, magari a breve, magari l’anno prossimo, in una delle tante sedi che Cristina bazzica per altre sue mostre fotografiche (seguitela sul suo blog personale) e dove, ne sono sicuro, prima o poi convincerà a esporla.

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